Con Terraferma (2011) Crialese racconta il dramma dell'immigrazione clandestina in un’ isoletta siciliana di
abbacinante bellezza, lontana dal mondo, dove ognuno è lasciato solo con la propria coscienza a decidere che uomo essere.
La trama
La terraferma di Filippo
Le certezze di Filippo sono
messe a dura prova: da un lato i
turisti, con quel mondo spensierato e festoso, e tra loro anche una ragazza di
cui si innamora; dall'altro, proprio nella sua casa-garage, quella realtà così
difficile da capire, da tenere nascosta, come un segreto che non si può confessare. Da un lato il nonno, che
rappresenta quelle leggi non scritte del cuore, e che pagherà il suo altruismo perdendo il peschereccio; dall’altro lo
zio, cinico gestore della spiaggia interessato solo ad arricchirsi col turismo
e a liberarsi quanto prima degli indesiderati arrivati.
Una notte, proprio mentre è in mare su una barca in compagnia della ragazza di cui è innamorato, alcuni naufraghi si avvicinano all'imbarcazione per chiedere aiuto, ma Filippo li scaccia a
bastonate, come si scacciano i sensi di colpa dalla nostra coscienza, che invece si ostinano a ripresentarsi. E allo stesso modo si ostinano a ripresentarsi quei naufraghi che, quasi cadaveri, riaffiorano il mattino seguente sulla spiaggia affollata dai turisti, come tornati dall'aldilà a interrogare la nostra coscienza.
Nel suo percorso di formazione Filippo compirà le sue scelte e
ritroverà le sue certezze, la sua terraferma - come anche la madre Giulietta - rispondendo all'eterna domanda che affligge l'essere
umano: chi sono io?
La mia opinione
Crialese riesce a scendere nel profondo delle coscienze senza scadere mai in retorica e luoghi comuni, senza mai forzare la mano sui facili sentimentalismi e mantenendo per tutto il film un'atmosfera rarefatta, come sospesa. Ci mostra con onestà il dramma di chi arriva e di chi si
trova davanti una realtà sconvolgente, impreparato ad affrontarla, con tutti i
suoi dubbi e nessun' altra risorsa se non la sua umanità.
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