martedì 27 maggio 2014

Procrastinare: un'arte, non semplice cazzeggio

Ho sempre pensato che procrastinare non fosse semplice pigrizia, ma avesse un suo senso, misterioso e segreto, eppure profondamente giusto. Finalmente uno studio, che ha portato a un libro e a un sito, confortano questa  mia (strampalata?!?) teoria.

L'arte della procrastinazione

L'autore di questo autorevole studio è il Professor John Perry, docente di filosofia a Stanford, che un giorno decide di scrivere un saggio invece di portare a termine un lavoro per l'università che continuava a rimandare. Il saggio in questione è poi diventato il libro The Art of Procrastination, tradotto in italiano con l'infelice titolo La nobile arte del cazzeggio. Infelice, perché non si tratta di cazzeggio, cioè di perdita di tempo senza uno scopo preciso, ma di un concetto più sottile: rimandare un compito importante e dedicarsi ad altro. Magari ad altro che in quel momento si ha più voglia di fare. Ecco, ad esempio, dal procrastinare del dott Perry è nato questo libro.
Il "procrastinatore strutturato", dunque, viene rivalutato da Perry: magari non sarà l'individuo più puntuale ed efficiente del mondo, ma è probabilmente dotato di una mente brillante  e creativa, in grado di realizzare  cose che magari non avrebbe mai fatto se avesse seguito alla lettera la lista delle cose da fare. Addirittura il prof Perry arriva ad affermare che, rimandando le cose da fare e lasciando maturare le situazioni, talvolta i problemi si risolvono da soli, dimostrando così l'inutilità di un' iperzelante efficienza.

La mia idea di procrastinazione

La mia idea di procrastinazione nasconde un'idea della vita che trova riscontri nel taosismo, dove la vita non viene cambiata a colpi di cesoie, ma con piccoli, graduali modifiche che assecondano la proprie naturali inclinazioni. Tutto al momento giusto. Tutto assecondando il ritmo naturale della vita, della nostra vita, senza forzature, senza troppe liste delle cose da fare. È solo un'utopia? A quanto pare, il Professor John Perry pensa di no.




Libro che forse leggerò:
The Art of Procrastination- traduzione italiana: La nobile arte del cazzeggio (Sperling e Kupfer)
Sito del prof perry www.structeredprocrastination.com

La fonte di questa notizia è un articolo di Marco Filoni sul Venerdì di Repubblica

lunedì 19 maggio 2014

La terraferma è un posto nel cuore

Locandina del film TerrafermaCon Terraferma (2011) Crialese racconta il dramma dell'immigrazione clandestina in un’ isoletta siciliana di abbacinante bellezza, lontana dal mondo, dove ognuno è lasciato solo con la propria coscienza a decidere che uomo essere.

La trama

Il film è ambientato in una piccola isola siciliana, abitata da persone semplici, che vivono per lo più di pesca e turismo. Protagonisti  un piccolo nucleo familiare composto da Filippo, adolescente rimasto orfano del padre, la mamma Giulietta e il nonno pescatore Ernesto. Filippo, ragazzo chiuso e introverso, ha una grande ammirazione per il nonno, con cui va a pesca tutti i giorni,  e un grande amore per la sua isola, che ama visceralmente e da cui non vuole separarsi. Il suo mondo di ragazzo viene sconvolto quando, mentre è in mare con il nonno, dei clandestini in pericolo naufragati da un barcone chiedono soccorso. La legge lo vieta, ma il nonno decide di infrangerla per seguire la legge del mare, ben più antica, e dà soccorso ad alcuni naufraghi che riesce a caricare sulla barca. Fra loro c'è anche una donna incinta (Sara) con il figlio piccolo, che verranno nascosti nel garage dove si sono trasferiti per l'estate Filippo e la madre Giulietta, che intanto hanno affittato la loro casa ad alcuni turisti giunti lì in vacanza. Inizia così per la famiglia un'avventura pericolosa - la polizia non sa che stanno nascondendo la donna- ma di grande valore nel loro percorso di crescita personale e scoperta del "diverso". 


Giulietta con in braccio il figlio di Sara




La terraferma di Filippo

Le certezze di Filippo sono messe  a dura prova: da un lato i turisti, con quel mondo spensierato e festoso, e tra loro anche una ragazza di cui si innamora; dall'altro, proprio nella sua casa-garage, quella realtà così difficile da capire, da tenere nascosta, come un segreto che non si può confessare.  Da un lato il nonno, che rappresenta quelle leggi non scritte del cuore, e che pagherà il suo altruismo perdendo il peschereccio; dall’altro lo zio, cinico gestore della spiaggia interessato solo ad arricchirsi col turismo e a liberarsi quanto prima degli indesiderati arrivati.
 Una notte, proprio mentre è in mare su una barca in compagnia della ragazza di cui è innamorato, alcuni naufraghi si avvicinano all'imbarcazione per chiedere aiuto, ma Filippo li scaccia  a bastonate, come si scacciano i sensi di colpa dalla nostra coscienza, che  invece si ostinano a ripresentarsi. E allo stesso modo si ostinano a ripresentarsi quei naufraghi che, quasi cadaveri,  riaffiorano  il mattino seguente sulla spiaggia affollata dai turisti, come tornati dall'aldilà a interrogare la nostra coscienza.
Nel suo percorso di formazione Filippo compirà le sue scelte e ritroverà le sue certezze, la sua terraferma - come anche la madre Giuliettarispondendo all'eterna domanda che affligge l'essere umano: chi sono io?

La mia opinione

Crialese riesce a scendere nel  profondo delle coscienze senza scadere mai in retorica e luoghi comuni, senza mai forzare la mano sui facili sentimentalismi e mantenendo per tutto il film un'atmosfera rarefatta, come sospesa. Ci mostra con onestà il dramma di chi arriva e di chi  si trova davanti una realtà sconvolgente, impreparato ad affrontarla, con tutti i suoi dubbi e nessun' altra risorsa se non la sua umanità.



giovedì 8 maggio 2014

Eleonora Fonseca Pimentel: la nobile che amava il popolo

Eleonora Fonseca Pimentel fu una nobile di orgine portoghese, poetessa e intellettuale, protagonista  della rivoluzione e poi della Repubblica Napoletana del 1799.  Antonietta De Lillo ne restituisce un ritratto di donna piena di forza e dolcezza, di grazia e intensità nel bel  film  Il resto di Niente - tratto dall'omonimo romanzo di Enzo Striano- dove le sue drammatiche vicende personali si intrecciano con un pezzo doloroso e appassionante della nostra storia.



Eleonora,  interpretata da una splendida Maria de Medeiros, è una donna minuta, dagli occhi grandi, di intelligenza vivace. La giovane nobildonna coltiva la  passione per la poesia, ama scrivere e sembra lei stessa una creatura nata dai suoi versi. Trasferitasi  da Roma con la famiglia, si scontra presto con la Napoli borbonica, spesso rude e sanguigna, ma contemporanemaente si innamora dei suoi abitanti più poveri, in particolare delle donne, piene di dolore e vitalità insieme. A causa della condizione di povertà in cui vessa la famiglia, viene data in sposa a un marito ricco e repressore, simbolo di quella Napoli borbonica, dove le idee rivoluzionarie faticavano ad attecchire, e le donne non erano che mute schiave del padrone maschio. I loro due mondi presto si scontrano e presto non c'è più posto per Eleonora con i suoi libri, con la sua cultura, con le sue idee in quella casa dove la donna deve pregare e ubbidire.

Tempo di Rivoluzione

Intanto a Napoli è tempo di cambiamenti ed Eleonora in prima persona, insieme agli altri intellettuali e patrioti, sarà protagonista prima della Rivoluzione e poi della breve esperienza della Repubblica. Ma  Eleonora  comprende che il popolo non sente del tutto sua  quella rivoluzione  e forse vorrebbe solo vivere in pace nascosto all'ombra dei suoi vicoli. La causa è destinata al fallimento e, quando i francesi lasciano Napoli e il re torna, per i rivoluzionari non rimane che la forca. Ma lei non fugge e si lascia prendere mentre vaga in quella città dove il loro sogno ha avuto vita troppo breve. Solo quando, prigioniera in attesa della sua esecuzione, vede arrivare gli uomini che le daranno la morte, spaventosi nei loro cappucci e mantelli bianchi, sembra smarrita e sconfitta, ma è solo un attimo e poi Eleonora ritrova il coraggio, capisce che non  è sconfitta, non è vinta: saranno solo pochi momenti e poi  le sue idee e i semi delle sue idee saranno consegnati all'eternità della storia.  Con un sorriso luminoso va incontro al suo destino nell'ultima bellissima scena del film, in cui  avanza verso l'uscita che la condurrà alla forca, come inghiottita in un trasparente fascio di luce solare.